giovedì, dicembre 07, 2006
posted by Rosita at 11:31 PM

Quando aprii gli occhi scoprii l’immenso e la magia di un mare rosa e caldo che mi teneva sospesa in quel luogo così confortevole e soave; circondata da filamenti d’oro, spesso mi guardavo intorno con gli occhi mezzi chiusi, sentivo il sangue scorrermi nelle vene e ammiravo la mia mano aprirsi e richiudersi intorno ad una corda bianca, fonte di energia e sanità. Rimanevo immobile di fronte a ciò che credevo fosse il mio mondo,udivo il veloce battito del mio cuore, così piccolo, così fragile, e quel suono mi inteneriva così come quella voce…bellissima, onnipresente, la sentivo bisbigliare ed io sorridevo e muovevo le mani perché ero felice, sereno, pieno del suo calore e tutto il suo affetto. A volte capivo che non era allegra, sentivo un timbro di voce diverso, potente e forte ed io piangevo, stringevo gli occhi e singhiozzavo, avrei voluto urlare ma non riuscivo, chiudevo le mani per formare dei pugni, fin quando il rumore cessava e allora mi calmavo,sospeso quasi volavo e poco dopo mi riaddormentavo. Si,sognavo, sognavo luci e colori, sognavo di nuotare in un mare immenso accompagnato da quella dolce voce luminosa che ormai era la mia migliore e unica amica. Era così semplicemente bello stare li, coccolato dal calore della sua mano e delle sue parole e la notte, quando tutto era buio e solo i filamenti d’oro mi facevano da luce, la mia amica mi faceva ascoltare dei suoni così tranquilli che già subito dopo le prime note mi ritrovavo a sprofondare nel sonno. Purtroppo non era sempre così incantevole, c’erano momenti in cui tutto sembrava troncare la mia quiete, rumori forti, suoni di altri mille e diverse voci, urla e sempre quel suono incessante e monotono accompagnato da zampilli di sensazioni fredde o talvolta, troppo calde. Odiavo quei momenti, piangere era il minimo che potessi fare ma spesso la mia amica mi parlava e allora mi rasserenavo, come se tra tutto quel frastuono lei era l’unica a possedere una voce così bella e capace di farmi stare bene anche quando (come in quei casi) mi spaventavo. Avrei voluto capire il senso di ciò che udivo e di ciò che provavo, capire ciò che mi circondava ma spesso tralasciavo simili questioni e senza chiedermi niente continuavo beata a rilassarmi sospesa in quell’immenso mare rosa. Arrivarono poi i giorni in cui lo spazio si fece sempre di meno e allora quel mare divenne solo un piccolo stagno nel quale ero fastidiosamente sorretta….fu sempre peggio fino ad arrivare al giorno più brutto della mia vita: mi ero appena addormentata per l’ennesima volta, dopo aver continuato per 10 minuti ad allargare il luogo in cui mi trovavo tirando calci alle pareti….fu comunque inutile. All’improvviso sentii una spinta,mi sentii come trasportata da una corrente chissà dove, agitai le braccia e le mani, l’acqua veniva meno e avevo freddo, la mia amica mi aveva forse abbandonato? Non sentivo più la sua voce, ma solo urla e schiamazzi…che potevo fare? Chiusi gli occhi perché infastiditi da una forte luce troppo forte rispetto a quelle a cui ero abituata. Ricordo che piansi tantissimo,mi mancava il respiro e non ero più sospesa, non volavo più, ma mani cm le mie mi tenevano il busto così fortemente da lasciarmi dei numerosi segni rossi. Volevo la mia amica e finalmente venni portata da lei…sentii di nuovo il suo calore e la sua voce, mi tenne stretta e mi abbracciò e questa volta piansi di gioia. Nacqui e avevo imparato già tutto della vita.